Eventi - 22 marzo 2024, 08:25

Tre crisi sovrapposte negli ultimi 15 anni. Come sono aumentate le diseguaglianze? [VIDEO]

Il tema è stato sviscerato nel convegno del Polo del '900, dati alla mano, nel quarto giorno della Settimana de Lavoro organizzato da Ismel

Il tema è stato sviscerato nel convegno del Polo del '900, dati alla mano, nel quarto giorno della Settimana de Lavoro organizzato da Ismel

Il tema è stato sviscerato nel convegno del Polo del '900, dati alla mano, nel quarto giorno della Settimana de Lavoro organizzato da Ismel

Nel quarto giorno della Settimana del lavoro di Ismel si è trattato il tema delle diseguaglianze come ostacolo allo sviluppo sostenibile. 

Tre crisi sovrapposte

Dalla crisi di Lehmann Brothers del 2008, passando dal crollo dell'occupazione nel 2013, poi il blocco economico dovuto alla pandemia e la successiva inflazione. Cambiamenti epocali che in poco tempo hanno modificato il mondo del lavoro, oltre ad aver segnato un aumento di chi vive in povertà.


Peggiora la qualità del lavoro

 I numeri dicono che, nonostante i repentini scossoni, l’occupazione è arrivata a una stabilizzazione, ma con grande fatica e, in molti casi, con un peggioramento della qualità del lavoro. 

I numeri delle diseguaglianze

Le differenze riguardano i territori in cui si vive, l'età e il genere. 

L’Italia, per esempio, è il paese con l’età media più alta d’Europa. Si prevede che nel 2050 supererà ampiamente i 50 anni con una riduzione della popolazione di 5 milioni, con 2,5 milioni di giovani in meno e 4 milioni di ultra sessantenni in più. L’età media della ‘forza lavoro’ nell’ultimo trentennio è aumentata di sei anni e ormai da tempo ha superato l’età media della popolazione. Il dato dell’occupazione di ultra sessantenni in Italia è il più alto d’Europa e tra i più bassi di occupazione under 35. 


Il gender gap

Le differenze, nonostante timidi miglioramenti, restano ancora evidenti tra uomini e donne. Quest’ultime rappresentano, in Italia, il 52% della popolazione ‘occupabile', ma solo  il 42% delle occupate,  con una differenziazione anche rispetto all’inquadramento contrattuale: le donne, più degli uomini, sono assunte con contratti part time, oltre ad avere ancora più difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro. Ma le disuguaglianze sono anche sulla retribuzione: a parità di ore lavorate le donne ricevono un compenso mediamente inferiore del 6%. E più si va verso ruoli apicali più la forbice si allarga: tra i dirigenti il gender pay gap è del 25%.

Gli intervenuti alla quarta giornata

Il tema è stato sviscerato nel convegno del Polo del '900, dati alla mano, con Linda Laura Sabbadini, già direttrice Istat, Chair Women20, Nicoletta Pannuzi, dirigente del Servizio Sistema Integrato lavoro, istruzione e formazione di Istat, la professoressa emerita dell’Università di Torino e il Berlin Social Center Chiara Saraceno, Luca Bianchi direttore Svimez e Davide Provenzano segretario organizzativo Cisl Torino. 

Nel video l'intervista a Linda Laura Sabbadini, statistica e già direttrice dell'Istat. 

Daniele Caponnetto

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