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Economia e lavoro | 04 settembre 2024, 18:50

Crisi del lavoro, in Piemonte sono esplosi gli ammortizzatori sociali. E Torino resta la città con più cassintegrazione

Secondo l'ufficio studi della Uil, da gennaio a luglio l'aumento delle ore è stato del 40,7% rispetto al 2023

operaio che lavora in catena di montaggio

Dall'inizio dell'anno in Piemonte la cassa integrazione è salita di oltre il 40%

Il 2024 continua a sommergere il Piemonte con un'onda altissima di ammortizzatori sociali. La conferma arriva dall'ultima rilevazione effettuta dal Servizio Lavoro Coesione e Territorio della Uil nazionale, che tra gennaio e luglio 2024 ha registrato oltre 26milioni e 472mila ore di cassa integrazione richieste, in crescita del 47,8% rispetto allo stesso periodo del 2023.

A queste, si sommano le 454.128 ore dei fondi di solidarietà gestiti dall’Inps (che coprono i lavoratori privi di strumenti di sostegno al reddito). Complessivamente, quindi, sono state utilizzate poco meno di 27 milioni di ore di ammortizzatori sociali (con una crescita del 40,7%). Un ritmo doppio rispetto a quello nazionale, dove la crescita è stata di poco superiore al 20%.

Torino resta la più cassintegrata d'Italia

A livello provinciale, sono state quelle del nord della regione a subire gli aumenti più sensibili: nei primi sette mesi dell'anno Biella è cresciuta del 142,7%, mentre Novara del 100,7%. Al terzo posto si trova Torino, che tra gennaio e luglio è cresciuto del 72,4%: cifre che si traducono in 16.993.693 ore, facendo di quella della Mole la provincia più cassaintegrata d’Italia, seguita da Milano e Napoli.

Chiudono la sfilata dei capoluogi di provincia Vercelli (+54%) e Asti (+30,5%), mentre Alessandria (+0,1%), Verbania (-8,5%) e Cuneo (-54,6%) vivono una situazione decisamente più tranquilla.

I dati confermano le difficoltà in atto nella nostra regione, facendo aumentare le preoccupazioni, in particolare per l’esaurimento degli ammortizzatori sociali nel corso del 2025 - dice Gianni Cortese, segretario generale di Uil Piemonte -. Evidenziamo, inoltre, che la fine degli incentivi per l’acquisto di auto ha portato ad agosto a un tracollo di vendite, più marcato per il gruppo Stellantis. In aggiunta, la componentistica continua a mostrare gravi difficoltà, che mettono a rischio la sopravvivenza stessa di quasi metà delle imprese della filiera".

Scovare le figure più ricercate

"Ѐ necessario - aggiunge - riprendere urgentemente il confronto con il Governo nazionale, per mettere a punto interventi immediati e programmatici necessari. In particolare, riteniamo che bisognerebbe incrementare gli investimenti nelle politiche attive del lavoro, anche per contrastare le difficoltà di far incontrare domanda e offerta. In proposito, sottolineiamo che da 15 anni la UIL chiede a tutti i Governi della nostra Regione di promuovere un serio censimento, con l’ausilio delle associazioni datoriali, volto a individuare e formare le figure professionali realmente carenti nel mercato del lavoro”.

Massimiliano Sciullo

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