Fino a quattro anni di attesa per ricevere la liquidazione per chi ha lavorato nella scuola o pubblica amministrazione. Tra i sei e gli otto mesi di attesa per la visita medica che dà diritto al riconoscimento del diritto alla legge 104 o dell' invalidità civile. Sono questi alcuni dei numeri impietosi che mettono in evidenza le difficoltà dei cittadini costretti ad avere a che fare con l'INPS. E a denunciarli sono gli stessi lavoratori dell'ente di previdenza sociale, che questa mattina da tutto il Piemonte si sono ritrovati in presidio davanti alla sede regionale di via Arcivescovado.
Organici ridotti del 40%
"La ragione fondamentale di queste tempistiche - spiega Claudio Stacchini, Spi-Cgil Piemonte - è il calo drammatico degli organici negli Inps di tutta la regione: dal 2019 ad oggi si sono ridotti del 40%. All'epoca c'erano 1.600 lavoratori: ad agosto 2023 saranno poco più di un migliaio".
"Sono previste - prosegue - solo 280 nuove assunzioni, meno della metà di quelle previste: così ritardi e giacenze aumenteranno".
Situazione drammatica a Cirié, Carmagnola e Nizza Monferrato
A livello regionale la situazione è particolarmente drammatica nelle sedi di Cirié, San Paolo, Carmagnola e Nizza Monferrato. Nella prima, nei prossimi mesi, sono previsti quattro pensionamenti su dieci impiegati: il lavoro ricadrà così sui restanti sei. Numeri analoghi alle altre realtà.
"Lavoriamo sulle emergenze e solleciti"
"Riusciamo a lavorare - spiega Vanja Cecchini, segretaria Fp Cgil Piemonte e dipendente Inps - solo sulle emergenze e solleciti". Se la telematizzazione delle pratiche da un lato ha aiutato a sveltire il servizio, dall'altro rappresenta sicuramente un ostacolo per extracomunitari o persone anziane che hanno bisogno di un confronto e aiuto con il personale degli sportelli, che ovviamente in questi ultimi tre anni hanno dovuto dimezzare gli orari di apertura o la loro presenza fisica sul territorio.
"Se ad esempio quando apro le mail al mattino - spiega Cecchini - ho 100 mail e riesco a smaltirne solo 50, domani ne avrò 50 da fare". Altro disservizio è legato alle pensioni: dal 2020 al giugno 2022 l'ente ne ha liquidate migliaia in via provvisoria, quindi facilmente più bassa di quella definitiva, per mancanza di dati.
Aumentano i contenziosi
"I problemi dell'utenza - spiega Stefania Pugliese della Cgil Piemonte - sono quelli dei lavoratori. Protestiamo per difendere l'Inps, che è un presidio del territorio. Il peggioramento di condizioni di lavoro dell'organico si riflette sulle persone che non riescono ad ottenere l'assistenza, con un aumento dei contenziosi".
"Negli ultimi anni - aggiunge - sono stati depositati un migliaio di ricorsi ai patronati Cgil dell'area metropolitana".