Il problema cinghiali non è più soltanto una questione di campagna o di aree isolate. Le stesse metropoli cominciano a interrogarsi e Coldiretti Torino, Parco del Po e Città metropolitana affrontano l’emergenza unendo le loro forze.
La risposta, in un momento di così grande criticità, comprende un maggiore coordinamento tra gli enti che gestiscono la fauna selvatica e l'adozione di metodi sempre più efficaci per il controllo del cinghiale. Disponibili 85mila euro per rendere operative nuove gabbie di cattura.
Insieme al presidente e al direttore di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici e Andrea Repossini, al vertice che si è tenuto nelle scorse ore erano presenti, tra gli altri, il presidente del Parco del Po, Roberto Saini, la vice presidente, Alice Cerutti, la direttrice Monica Perroni, il consigliere delegato all’ambiente della Città metropolitana, Gianfranco Guerrini e la dirigente del Dipartimento sviluppo rurale della Città metropolitana, Elena Di Bella.
Più agenti venatori e nuove risorse
Tornano d'attualità le richieste di "un aumento significativo degli agenti venatori da adibire agli abbattimenti (oggi sono soltanto quattro per tutto il territorio dell’ex provincia di Torino)", come si legge in una nota ufficiale. Ed è in corso una sperimentazione per l’utilizzo di recinti adibiti alla cattura simultanea di gruppi animali che sta dando risultati incoraggianti. Ma il problema più sentito è quello della mancanza di un vero coordinamento tra Ente Parco e Città metropolitana per l’organizzazione di operazioni di abbattimento efficaci che non sortiscano l’effetto di spostare gli animali da una zona all’altra.
Basta andare in ordine sparso
"Non è più possibile che gli enti che devono gestire la fauna selvatica si muovano in ordine sparso – afferma il presidente Mecca Cici -. Abbiamo sempre denunciato che uno dei problemi principali del mancato depopolamento dei cinghiali è proprio la mancanza di coordinamento tra ATC e CA, Città metropolitana ed Enti di gestione delle aree protette. Così capita spesso che i cinghiali possa trovare rifugio dove non vengono disturbati perché protetti da confini amministrativi tra territori regolati da normative diverse. Accogliamo con favore l’intenzione manifestata oggi di arrivare a una convenzione tra Ente Parco e Città metropolitana proprio per coordinare gli interventi di abbattimento dentro e fuori il Parco del Po. E facciamo nostra la sollecitazione dell’associazione dei selecontrollori presente al tavolo di intervenire in modo massiccio da adesso a marzo: in questi mesi di fine inverno gli interventi sono più efficaci sia per ragioni ambientali sia per ragioni di biologia della specie. Ribadiamo, inoltre, la necessità di sbloccare la formazione e le autorizzazioni per permettere agli agricoltori la difesa diretta dei propri terreni in tempo l’avvio della stagione della semina del mais".