Rivoluzionare il mondo del lavoro e della formazione, puntando sulle Academy. E’ questo il sogno, o meglio dire l’obiettivo concreto, dell’assessore al Lavoro della Regione Piemonte Elena Chiorino.
A poco più di un anno dal termine della legislatura, l’assessore analizza non solo i risultati conseguiti, ma anche i dossier da chiudere entro la primavera del 2024. Ma non solo: negli uffici di via Magenta, tra una riunione e l’altra, c’è spazio anche per riflessioni sui voti a scuola, su come garantire libertà alle donne e sul rapporto con Stellantis.
Assessore Chiorino, dopo la pandemia l’economia sembra in ripresa: quali sono le misure sul lavoro messe in campo dalla Regione Piemonte fino ad ora?
Stiamo cercando di predisporre una serie di misure che supportino la ripresa a 360°. Alcune sono già attive, altre lo saranno a breve. Mi piace evidenziare quella legata al sostegno al lavoro autonomo, all’imprenditoria: siamo una terra di grande creatività, visione e know how: abbiamo investito oltre 6 milioni di euro.
E poi?
Penso il supporto alle pmi, alle imprese famigliari e micro imprese con manager ed esperti di processi, prodotti, logistica e organizzazione del personale, per aiutare le piccole realtà a sviluppare innovazione e riposizionarsi sui mercati dopo gli assestamenti geopolitici che stanno coinvolgendo anche l’economia del Piemonte.
Lei parla spesso di valorizzare le eccellenze attraverso una visione. E concretamente sono nate le Academy.
Le Academy consentono di incrementare la capacità di qualità formativa in modo innovativo, verticale e veloce. Abbiamo inserito al loro interno start up, università, enti di ricerca. Questo per usare tutta la filiera e far sì che nessuno all’interno della stessa resti indietro. Vogliamo arrivare all’incremento della competitività.
E a che punto siamo e quali sono gli sviluppi futuri di questo progetto?
Le prime due Academy sperimentali sono partite e già attive: mi riferisco a quella sulla mobilità integrata e a quella in ambito tessile, moda, abbigliamento e green jobs. I corsi stanno dando ottimi risultati, due sono già terminati e hanno portato al 100% delle assunzioni. Mi piace evidenziarlo. Vogliamo arrivare entro fine anno ad avere la predisposizione all’attivazione di 11 Academy di filiera: saranno pienamente operative nel 2024.
In questi anni ha contrapposto agli ammortizzatori sociali tradizionali le politiche attive del lavoro: formazione e reskilling. Alla fine del percorso ci sono davvero possibilità concrete?
Assolutamente sì, lo dimostrano i dati dei primi corsi delle Academy stesse. Nulla contro le politiche passive, ci mancherebbe, ma devono essere utilizzate come ponte per riuscire a strutturare misure che consentano di rimettersi nel mercato del lavoro o di crescere al suo interno. Le politiche attive non sono soltanto per il re-inserimento, ma anche per una qualità del lavoro che consenta alle persone di essere soddisfatte. Questo si traduce in migliore qualità della vita, in incremento del Pil, di un valore aggiunto che consente a tutti un miglioramento del welfare.
Parliamo di scuola: è vero che auspica un ritorno ai voti al posto dei giudizi? Sarebbe un ritorno al passato, spinto da quale ragione?
Penso che sarebbe un ritorno a un’immediata comprensione, sia per le famiglie che per i bambini e i ragazzi. Avete presente i giudizi che vengono dati oggi? Righe e righe che devono essere scritte dagli insegnanti che non forniscono un quadro immediatamente chiaro: un bene, discreto, sufficiente, insufficiente, chiariscono in modo trasparente e netto come stanno andando i nostri figli a scuola. Aiutano i genitori a correggere eventuali difficoltà.
Oggi le donne si trovano spesso a pagare un gap salariale rispetto agli uomini e non tutte sono libere di scegliere tra lavoro e vita famigliare. Come può la politica cambiare questo trend?
E’ una grande sfida, sia quello dell’incremento dell’occupazione femminile che quello della garanzia di pari trattamento economico tra uomo e donna. Le misure che si possono mettere in campo sono diverse e a diversi livelli: alcune sono di competenza regionale, altre a carico dello Stato. Per quanto riguarda la Regione, vogliamo consentire a una donna di poter scegliere. Scegliere vuol dire essere libera. Una donna deve poter essere libera di scegliere di fare solo la mamma, di seguire l’ambizione professionale e di carriera o di essere entrambe. Una mamma lavoratrice, con ambizioni di carriera. E’ importante quindi puntare fortemente sui servizi alla famiglia, perché la famiglia in Italia continua a essere centrale e la donna è centrale alla famiglia stessa.
E come si ottiene questo risultato?
Una delle misure più importanti messa in campo dall’assessorato è stata l’aver aumentato gli orari degli asili nido comunali, a parità di tariffa: questo consente a una mamma di poter lavorare anche fino alle 18, rispetto a un asilo che prima chiudeva alle 16:30. Quel lasso di tempo risultava prima scoperto. Se incrementiamo gli orari, senza alzare le tariffe, aiutiamo le donne che hanno la consapevolezza che i loro figli sono guardati in un ambito protetto e loro dedicato. Inoltre faccio notare una cosa: prolungando gli asili nido servono più educatrici, che al nido sono spesso donne. Il supporto è quindi doppio. E’ poi necessario lavorare alle decontribuzioni del lavoro femminile, c’è una misura del Governo che prevede un esonero totale per i primi tre anni sull’assunzione di donne giovani under 36 che va proprio in questa direzione.
Torino e il Piemonte non possono esimersi dall’affrontare quotidianamente il tema Stellantis: come si convince l’azienda a non demoralizzare, a puntare ancora sul territorio?
C’è un vulnus di base purtroppo: la presenza in Stellantis del Governo francese e l’assenza di quello italiano, voluto da una scelta del Governo precedente. Torino ha però una tradizione indiscussa e indiscutibile in tutto quello che è l’ambito dell’automotive: mi riferisco non solo alla progettazione in termini di tecnologia, ma anche al design e alla capacità di innovare sull’automotive. Si punti su questo, è un punto di valore da porre sempre ai tavoli. Il sistema Academy vuole andare nella direzione di valorizzare al massimo la capacità indiscussa dell’automotive torinese.
Manca un anno e mezzo alla fine del mandato: una misura o un obiettivo da centrare prima di lasciare la guida dell’assessorato?
Mettere a sistema le misure di cui ho parlato: le Academy partono, ma sarà importante intersecarle tra di loro per dare capacità verticale di formazione e contaminazione tra competenze. Riuscire ad arrivare in questo modo ad allargare il ventaglio di opportunità sia per le imprese, che possono cercare e, laddove non le trovino, formare figure professionali ad hoc, ma anche per i giovani che avranno l’opportunità di accedere a una formazione di qualità in grado di garantirgli un posto di lavoro all’altezza delle loro aspettative. Mettere a sistema le Academy permetterà di incrementare la capacità innovativa: sommare le competenze verticali a un supporto della ricerca, permetterà di sostenere in modo importante la capacità innovativa. Uno step fondamentale nell’ambito della transizione verde e generazionale a cui il Piemonte sta prestando particolare attenzione.