Economia e lavoro - 09 maggio 2023, 13:05

Il turismo spinge l'ottimismo dei commercianti, ma risuona l'allarme per senzatetto e degrado nelle strade

Ascom Torino mostra un clima di fiducia in miglioramento, ma 6 aziende su 10 lamentano sporcizia, strade dissestate e disagio sociale. Coppa: "I negozi sfitti peggiorano la situazione"

clochard e conferenza ascom

Il turismo spinge l'ottimismo dei commercianti, ma è allarme per senzatetto e degrado

Sale il clima di fiducia, tra i commercianti e i servizi torinesi. Anche se il degrado della città resta un problema grave, soprattutto in centro, tra strade sporche e la presenza dei senza tetto. Lo dice l'ultima indagine di Ascom Confcommercio, che mostra valori in risalita nel primo trimestre. Turismo, servizi alle imprese, ricettività. Solo il non alimentare (abbigliamento soprattutto) conferma la difficoltà del periodo. Un periodo ormai lungo.

Ricavi al palo (complice l'inflazione)

Restano al palo i ricavi, anche se su questo dato influisce l'inflazione. Non tanto sui listini dei prezzi, ma sui margini delle aziende che finiscono per contrarsi, per non scoraggiare la clientela. Mentre migliora la previsione occupazionale, soprattutto grazie al turismo.

"Tradizionalmente il primo trimestre non è effervescente, ma il clima di fiducia delle nostre imprese sembra piuttosto positivo, nonostante inflazione e guerra in Ucraina - commenta Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Torino e provincia - Il tema del caro energia non è come qualche mese fa, ma resta centrale, insieme all'aumento del costo del denaro. Diminuisce la domanda di credito, ma crescono gli investimenti: è importante che riparta questa molla e gli imprenditori non si fanno spaventare".

Resta la voglia di investire

Nei primi tre mesi dell'anno solo il 25% delle imprese del terziario si sono rivolte alla banca per chiedere credito. Di queste, il 63% ha ottenuto il finanziamento che cercava. Il 28,8% lo ha chiesto per fare investimenti, sintomo di fiducia, appunto. Tre mesi fa era il 22%. "Un dato che ha una certa rilevanza", sottolinea Carlo Alberto Carpignano, direttore generale di Ascom.

"Gli imprenditori annusano l'aria e percepiscono positività, anche grazie al traino del turismo e degli eventi - prosegue Coppa - c'è positività per il futuro. Come confermano anche i dati Unioncamere sulle assunzioni proprio per turismo e commercio. C'è qualche problema a trovare candidati, ma la volontà c'è".

"Serve sostegno contro burocrazia e difficoltà, ma non avremmo bisogno di ulteriori ostacoli per un settore che già cerca di vivere una trasformazione. Per esempio con la continua apertura di centri commerciali non aiuta", conclude Coppa.

Il 60% delle imprese denuncia il degrado delle strade

Come detto, però, il degrado è un nervo scoperto: oltre sei negozi su dieci ritengono di vivere in una zona colpita da questo fenomeno. Dallo stato delle strade alle ciclabili, ma non solo. Anche la sporcizia incide, così come il disagio sociale (per esempio il fenomeno dei senzatetto che vivono in strada).

"Il centro è la zona più interessata da questi tipi di fenomeni - sottolinea Carpignano - anche perché si tratta di zone che lo subiscono da meno tempo".

"Nei mesi passati la preoccupazione è diventata enorme - conferma Coppa - anche in zone in cui le aziende pagano affitti decisamente alti e provvedono per primi a pulire e tenere in ordine la vetrina e l'ingresso".

"Ma anche i negozi sfitti peggiorano la situazione - prosegue - le vetrine chiuse lasciano spazio al degrado e aumentano la percezione nelle persone che risiedono in zona. Abbiamo incontrato l'amministrazione su questi temi e mi pare che qualche miglioramento ci sia".

Un danno per il proprio business

Preoccupa poi soprattutto l'effetto sul business: parlano di impatto negativo quasi il 40% delle imprese, soprattutto i pubblici esercizi e il commercio che con le proprie vetrine affaccia sulla strada.

Un'azienda su tre (30,8%) pensa che la qualità della vita sia peggiorata, tra disagio sociale, diminuzione del reddito, disoccupazione e tagli ai servizi per la collettività. 

Il 45,5% di pubblici esercizi testimonia di clochard che vivono nei pressi della propria attività. E il 42% auspica che si attivino reti di sostegno e soccorso a queste persone, dagli aiuti agli alloggi. "Bisognerebbe trovare un riconoscimento per quei negozianti che fanno la loro parte nella differenziata e nel mantenimento del decoro", propone Coppa.

Massimiliano Sciullo

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